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I Lavori del genio
militare in Tripolitania
all'Esposizione del Ministero delle Colonie
E' uscita in questi giorni, a cura del Ministero
delle Colonie, una nitida monografia circa l'opera svolta dal Genio Militare in Tripolitania;
monografia che integra la mirabile esposizione, dalla direzione libica
dell'arma
ordinata alla nostra mostra coloniale, che
tanto consenso di ammiratori ha finora trovato.
L'opera
del genio svolta in Libia non è stata mai interamente conosciuta in
Italia; ed è invece un'opera ardimentosa, genialissima,
efficace che merita di esser nota a tutti, in modo che da tutti possa
elevarsi un contributo d'ammirazione per gli uomini che la
compirono.
Infatti, mentre ancora continuavano le operazioni militari,
veniva in Libia iniziato un
complesso d'opere e di lavori necessario per il funzionamento di
tutti i servizi e per migliorare le condizioni di vita, di igiene, di
sviluppo industriale e commerciale; lavori che avevano anche una portata
politica, in quanto affermavano, nel modo migliore, quali fossero i
sentimenti che animavano la nostra occupazione di regioni rimaste
stazionarie nel
cammino del progresso e della civiltà.
Il genio militare costruì nuove caserme e
stabilimenti militari, opere di difesa permanente, baraccamenti, pozzi
ordinari e trivellati con impianti di serbatoi d'acqua e condutture;
costruì pure Beladie, residenze, ambulatori,
scuole su tutta l'estensione del territorio occupato, rete praticabile
tutta una rete stradale di migliaia di chilometri; costruì forni e
frigoriferi; attuò impianti per distillazione d'acqua di mare; eresse
minareti, riparò moschee e marabutti; sistemò in una parola, e forse è
la parola più adatta — tutta la
regione
che al dominio turco avevamo sottratto in condizioni deplorevoli.
In questa monografia sono ricordati i più importanti di questi lavori, che mostrano a qual punto di attività intelligente, alacre ed operosa si sia spinto il Genio in Libia; e, di questi cenni, v'è nella esposizione di Piazza di Francia l'integrazione e la documentazione.
Così sono ricordate, per esempio, le
caserme di Porta Gargaresh e di Bu-Setta, capaci ciascuna d'un battaglione, la
nuova direzione d'artiglieria, la cinta di sicurezza che chiude
Tripoli per un dieci chilometri; la caserma
di cavalleria, l'ospedale militare capace di ammalati; la
polveriera e il deposito di gelatina
di Hemni; la residenza di Suk-el-Djema;
e ancora caserme e accampamenti ad Aziziah, a Bugheilan, a Gairlan, a
Misda, a Jeffren, a Zinhtan, a Giado, a Nalut, a Casr Tarhuna, a Zanzur, a Zavia, ad Homs, a Misurata, a Zuara, ecc.; ricordato tutto il lavoro immane per l'alimentazione
idrica delle truppe ; le strade, le ferrovie, le reti
telegrafiche, telefoniche e
radiotelegrafiche ; e infine le
opere, nelle quali alla praticità, si unisce un senso d'arte, come i piccoli, ma deliziosi cimiteri di Tripoli e di
Monticelli.
E' confortante il vedere
come, in poco più d'un anno, il
genio militare abbia potuto compiere un simile lavoro; e bisogna pensare
con ammirazione a ufficiali e soldati, e sopratutto al colonnello Marieni,
che è, del genio in
Tripolitania, il direttore generale.
Quest'uomo instancabile,
genialissimo, profondo conoscitore di tutti i sistemi di costruzione
e di tutte le branche nelle quali il genio esercita abitualmente la sua
attività, ha saputo imprimere una sua impronta personale a tutti i
lavori, in modo che egli, più di ogni altro, può essere
legittimamente fiero
dell'opera compiuta, nel nome d'Italia, per elevare le regioni
semibarbare conquistate
all'altezza dell'odierno progresso e dell'attuale civiltà. |