L’Acquedotto di Jefren
Quanto prima sarà inaugurato alla
presenza
di S. E. il Governatore l'acquedotto
di Jefren.
Si tratta di un'opera di proporzioni
modeste e condotta a termine con modestissima
spesa, ma degna di essere
conosciuta per le particolari difficoltà
che si dovettero superare
e che la rendono
ammirevole.
L'acquedotto di Jefren di fatti era
stato tentato dal Governo turco che
una dozzina d' anni prima
dell' occupazione ne aveva progettato l'esecuzione
affidando la direzione dei lavori ad
un ingegnere francese specialista in materia.
Ma, sia per errori di calcolo, sia
per altre cause, l'acquedotto una
volta costruito non si trovò in condizioni di
funzionare e l'acqua rimase alla sorgente.
L'acquedotto abbandonato cadde in
rovina; a tratti distratto, a tratti
interrato.
Dopo la battaglia di Assaba. (23 marzo)
e la occupazione di Jefren da parte
della colonna Lequio, questi fermò
la sua attenzione sui resti dell'acquedotto
e pensò alla possibilità di utilizzarlo.
Chiamato sul posto il Direttore
del Genio militare, Colonnello
Marieni, lo incaricò di esaminare
quelle rovine che non avevano
mai adempiuto
all'ufficio di condurre acqua e di dare il suo
parere sulla possibilità di restaurarle
e renderle capaci di diventare
un acquedotto.
Il Colonnello Marieni,
fatti i necessari rilievi ed esaminati i |
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resti della vecchia
condottura turca dichiarò che la cosa era possibile.
Si trattava di raccogliere l'acqua alla sorgente a Rumia e farla
affluire a Jefren (a 6 km. di distanza in linea retta).
Le difficoltà da vincere consistevano nelle accidentalità del terreno
estremamente e profondamente frastagliato da forre e da burroni, che la
condottura doveva attraversare, e per le quali il percorso ordinario da
Jefren alla sorgente serpeggia salendo e scendendo per una dozzina di
chilometri.
Ma le difficoltà furono
vinte e in tre mesi l'acquedotto ripristinato e corretto fu messo in
perfetto stato di funzionamento.
La sorgente di Rumia, dalla quale sgorga un'acqua eccellente e
potabilissima, ha una portata di circa 100 mc., ma una metà si è dovuta
lasciarla sul posto a disposizione degli abitanti del luogo rispettando
la convenzione fatta con essi dal Governo turco.
L'acquedotto, in linea retta ha la lunghezza di 6 km.
Il dislivello fra la sorgiva e la bocca d'arrivo a Jefren è di soli 8
metri. L'acqua è convogliata a condotta forzata in tubi di ghisa da 6
cm. Tutto ciò che della vecchia costruzione si potè utilizzare fu
utilizzato tanto che la spesa complessiva di quest'opera, non forse
grandiosa ma geniale e documento di senno civile
e di
capacità tecnica, non ha superato le
40 mila lire. |