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+ La Battaglia della Bèresina |
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COLONNELLO GIUSEPPE MARIENI |
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CAPO BATTAGLIONE DEL GENIO NAPOLEONICO |
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NELLA CAMPAGNA DI RUSSIA |
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LA BATTAGLIA DELLA BERESINA |
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Peter von Hess - Il passaggio della Beresina - Museo dell'Ermitage S. Pietroburgo |
Nel corso della ritirata di Russia, Napoleone giunse il 21.11.1812 davanti alla Berésina, affluente di destra del Dniepr. Sulle rive dell'affluente grossa parte dell'esercito francese che si trovava impegnato nelle operazioni di ripiegamento dai territori russi, invasi alcuni mesi prima si vide accerchiata da tre armate russe.
La
Grande Armata di 500'000 uomini era ormai ridotta a 49'000 unità pronte al
combattimento e a 40'000 uomini di retroguardia. Lo scontro terminò con la
vittoria dei Russi, a discapito dei Francesi cui fu inferta una pesante
sconfitta.
Napoleone e i suoi uomini non avevano altra possibilità di scampo se non
quella di scovare un artificio che permettesse loro di attraversare il fiume
per poter proseguire la ritirata. Lo stratagemma consistè nel gettare uno
svariato numero di cavalletti nel fiume a creare un percorribile valico sulle
acque.
Il secondo corpo d'armata che comprendeva i quattro reggimenti svizzeri della divisione Merle, il cui contingente iniziale era di ca. 8000 uomini, in seguito ridotti a 1300, attraversò il fiume sui ponti apprestati dai genieri di Eblé il 27.11.1812 e prese posizione sulla sponda destra (occidentale) per fare arretrare i Russi che tentavano di impedire il passaggio. |
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La
mattina del 28.11.1812 gli Svizzeri iniziarono la battaglia sulla strada
di Borisov e nella foresta di Stachov. I Russi attaccarono gli avamposti e
in seguito pure la divisione svizzera, impegnata contro alcuni cacciatori
siberiani che tentavano di respingerla nel fiume. In mancanza di munizioni, gli Svizzeri si difesero con le baionette e permisero alle
divisioni Legrand e Maison di
riprendere il vantaggio. Gli Svizzeri attaccarono con le baionette per otto volte i Russi; questi, benché dettero l'impressione di abbandonare la partita, tornarono ogni volta più numerosi, mentre la |
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Blanchlin - La traversata |
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loro artiglieria proseguiva l'opera distruttiva. Il 29.11.1812 si contarono centinaia di morti e di feriti; il resto della Grande Armata era tuttavia stato preservato dal completo annientamento grazie al lavoro dei pontieri e all'appoggio dato dal secondo corpo d'armata. Solo 300 Svizzeri risultarono presenti all'appello del 29.11.1812. |
La battaglia di Berésina è contemplata dagli storici come uno dei disastri militari, benché dall'esito parzialmente favorevole, peggiori della storia contemporanea. Essa infatti è stata eretta a simbolo della disfatta della campagna di Russia intrapresa dall'Impero francese nell'estate del 1812.
Nel suo famoso romanzo storico Guerra e Pace scritto tra il 1864 e il
1869,
Léon Tolstoï
(1828 -
1910) grande ammiratore di Stendhal, evoca sullo sfondo di un'epopea
principesca e sociale, i vari episodi della Campagna di Russia condotta
dall'Imperatore Napoleone. |
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CITAZIONE : |
Léon Tolstoï |
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« L’armée française fondait régulièrement selon une rigoureuse progression
mathématique. Et même ce passage de la Bérézina sur lequel on a tant écrit
ne fut qu’une des phases successives de la destruction de cette armée et non
un épisode décisif de la campagne. Si l’on a tant écrit et si l’on écrit
encore tant sur la Bérézina, du côté des Français, cela vient uniquement de
ce que, sur le pont rompu de la Bérézina, les épreuves que l’armée française
subissait jusqu’alors progressivement se concentrèrent soudain en un moment
et en un spectacle tragique qui s’est gravé dans toutes les mémoires. Du
côté des Russes, on a tant parlé et écrit sur la Bérézina uniquement parce
que, loin du théâtre de la guerre, à Pétersburg, un plan avait été conçu
(par Pfuhl) pour attirer Napoléon dans un traquenard stratégique sur la
Bérézina. Chacun était persuadé que, dans la réalité, tout se passerait
conformément au plan, aussi affirmait-on que c’était précisément le passage
de la Bérézina qui avait perdu les Français. En fait, les conséquences de ce
passage furent bien moins désastreuses pour les Français que leurs pertes en
canons et en prisonniers à Krasnoïe, comme en font foi les chiffres.
FONTI e
LINKS di approfondimento
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